<body><script type="text/javascript"> function setAttributeOnload(object, attribute, val) { if(window.addEventListener) { window.addEventListener('load', function(){ object[attribute] = val; }, false); } else { window.attachEvent('onload', function(){ object[attribute] = val; }); } } </script> <div id="navbar-iframe-container"></div> <script type="text/javascript" src="https://apis.google.com/js/platform.js"></script> <script type="text/javascript"> gapi.load("gapi.iframes:gapi.iframes.style.bubble", function() { if (gapi.iframes && gapi.iframes.getContext) { gapi.iframes.getContext().openChild({ url: 'https://www.blogger.com/navbar.g?targetBlogID\x3d22443823\x26blogName\x3dViola+Melanzana\x26publishMode\x3dPUBLISH_MODE_BLOGSPOT\x26navbarType\x3dBLUE\x26layoutType\x3dCLASSIC\x26searchRoot\x3dhttps://violamelanzana.blogspot.com/search\x26blogLocale\x3dit_IT\x26v\x3d2\x26homepageUrl\x3dhttp://violamelanzana.blogspot.com/\x26vt\x3d-4620439867683714854', where: document.getElementById("navbar-iframe-container"), id: "navbar-iframe" }); } }); </script>

Viola Melanzana

un modo spiritoso per parlare delle mie passioni,dei miei esperimenti, dei miei pasticci..un modo spiritoso per trasmettere quello che so, quello che osservo, quello che continuo ad imparare ogni giorno.
 

Agriturismo Corbella: La Valle del mirto, dei corbezzoli e del sole...

venerdì, febbraio 29, 2008

Fare il lavoro che faccio (sebbene debba ancora capire meglio cosa faccio) non è sempre facile o meglio non regala sempre e solo soddisfazioni. A volte purtroppo ci si trova impegolati in fatti, vicissitudini e meccanismi non sempre piacevoli e alquanto difficili da gestire. A volte però succede qualcosa di inaspettato e capita che durante il tuo cammino incontri persone capaci di dare il senso giusto a tutto. Tu stai lì con il tuo taccuino pronto per essere riempito delle risposte alle tue domande (mentre nella tua testa ti chiedi se davvero l’intuito che hai avuto prima di cominciare sia stato giusto) e poi piano piano, come d’incanto, ti accorgi di non essere tu con le tue domande e con il tuo taccuino a dover dare forme e significati ma è la persona che ti trovi di fronte a farlo e tu devi solo essere bravo ad interpretare cosa ti sta regalando.
Quando succede questo il guadagno è davvero molto alto perché è il tuo animo che si arricchisce....

Siamo in località Viscigline nella Val Corbella, una valle incantata che lascia il mare alle spalle e si unisce alle montagne, immersa nella cornice del Parco Nazionale del Cilento e del vallo di Diano. Siamo a due chilometri da Cicerale, terra quae cicera alit (la terra che nutre i ceci). Siamo nel Cilento dove la natura forte e selvaggia assedia le strade tra colline e montagne, tra dirupi inaccessibili all’uomo, fiumi, gole e grotte carsiche. Siamo da Giovanna Voria, nel suo agriturismo e nel suo mondo.
Prima di cominciare l’impervio e fatato viaggio che ci conduce dall’ultimo centro abitato alla valle di Corbella occorrerebbe però riandare con la mente al Cile
nto dell’emigrazione, quando si lavorava per campare, quello che ha segnato e per alcuni versi segna ancora oggi la sua gente. Per capire il vero senso di ciò che si può trovare nella valle dei corbezzoli e del mirto è necessario leggere la storia della padrona di casa che è essa stessa un fascio di emozioni e profumi fatto di etica, impegno, bellezza ed esuberanza. Bisogna tornare a lei bambina che camminava con una scarpa in un modo e una in un’altra. Il periodo dell’anno più bello era tra la mietitura e la trebbiatura del grano, periodo in cui era possibile tra i campi intravedere il bianco fazzoletto della madre che finalmente tornava dalle risaie del vercellese. Un’infanzia sofferta, di privazioni, dove per acquistare un quaderno bisognava vendere le uova, un’infanzia di nonne, quella di Stio/Cervati e quella di Cicerale, unione di due culture forti dello stesso territorio, perché qui l’isolamento chiudeva i ponti anche tra un paese e l’altro.Dal suo passato Giovanna ha ereditato tanto, ma soprattutto la forza e la determinazione per sfidare se stessi e difendere la propria terra, una terra a lungo chiusa dal mondo e che proprio per questo deve ancora dare tanto. Sei anni fa decide di intraprendere quest’avventura. E’ osteggiata da tutti, a cominciare dalla sua famiglia, ma lei va avanti e nasce l’agriturismo Corbella per dare sfogo ad un sogno, ma anche all’esigenza di dare vita ai suoi ricordi. In trenta ettari, tutti coltivati biologicamente a oliveti e vigneti sono stati impiantati anche 700 alberi di fico bianco del Cilento, ci sono ceci, frutta e ortaggi oltre ad animali di bassa corte, maiali, vitelli, cinghiali e bufale da carne. Dagli olivi si ricava dell’ottimo extra vergine di oliva. Si produce il vino aglianico lavorato in cantina da Bruno De Conciliis e il vino da tavola Corbella. La valle poi è ricca di erbe aromatiche sopravvissute proprio grazie all’isolamento di questo territorio, qui c’è mirto e corbezzolo in abbondanza.Tutte queste bacche ed erbe insieme ai ceci e ai fichi e a tutta la preziosa biodiversità di ortaggi, frutta e verdura coltivati in loco o nati spontaneamente sono lavorate dalle mani sapienti di Giovanna che ne riempie barattoli e barattolini. La punta di diamante di questo posto oltre all’incantevole scenario sta proprio nella cucina e nelle scelte che la padrona di casa ha fatto e continua a difendere. Ciò che caratterizza Corbella è l’unione tra passato e presente, tra tradizione e modernità, il punto fermo è la forte identità territoriale e il rispetto per le risorse che esso offre. Le camere, sei, arredate in arte povera cilentana sono dipinte a calce perché, sorridendo dice Giovanna, “qui bisogna respirare la natura in tutto e per tutto”.Questa è la terra delle capre e dei cinghiali, ed è la terra del fico bianco e del cece. Il cece di Cicerale (per il quale è in corso la proposta per la DOP e per la IGP) si abbina a tutto come il fico bianco del Cilento DOP che è spettacolare sui formaggi e i salumi decisi. Con i fichi si fa di tutto e dai fichi secchi o verdi sott’olio si passa a quelli in salsa salata e poi ancora fichi al vino, fichi arrostiti, fichi sciroppati, marmellata di fichi secchi al cioccolato e il classico e immancabile fico “impaccato”(fico secco con la noce al centro). Stesso discorso per i ceci: sott’olio, in marmellata, in salsa salata, al miele fino ad arrivare alla famosa marmellata di fichi e ceci, perché sostiene Giovanna, “tra la morbidezza del fico e la densità del cece nasce un unione perfetta, questi due sapori si devono sposare per forza”. Tra ricette antiche ereditate dalla mamma e dalle nonne ce ne sono poi tante che uniscono al talento naturale la professionalità della padrona di casa che non smette mai di rinnovarsi, di studiare e di sperimentare. Molti piatti seguono nettamente le preparazioni classiche come le lagane e ceci, i fusilli al castrato o al ragù, la cicciata (piatto di buon auspicio, ancora oggi presente in tutte le tavole cilentane il primo maggio, che unisce una ventina di legumi diversi tutti cucinati separatamente, perché diversi sono i tempi di cottura di ognuno), il muli-mbondi (un brodo di carne preparato con il fianco di capretto al quale vengono aggiunte delle polpettine e una ricca grattugiata di pasta di farina di grano), molti altri nascono per caso o per abbinamenti. Non è difficile assaggiare qui un cinghiale cotto con bacche di mirto e poggiato su rametti di mirto piuttosto che stufato o macerato, e ancora la bufala alla vignaiola (spezzatino di bufala con ceci saltati, pupacchielle e uva) oppure il coniglio al mirto o i tagliolini alla corbella con noci, ceci, funghi porcini e castagne. Vario e ricco è l’antipasto di Corbella:le frittelle che variano con le stagioni, le bruschette con le erbe aromatiche, la polentina bianca di mais con i fagioli neri, la gelatina di bufala, gli affettati misti di cinghiale e tanto altro ancora che si conclude sempre con il formaggio tipico del luogo, il cacioricotta semplice o al mirto accompagnato dalle splendide salsine e marmellatine di fichi che si possono anche acquistare. Arrivare a Corbella non è facile, bisogna percorrere una lunga strada circondata da querce e castagneti, a tratti anche sterrata, ma poi, quando si arriva a destinazione, tornare indietro è di gran lunga più difficile, perché lasciare quel paradiso e il sorriso solare e travolgente di Giovanna è…dura!


Agriturismo Corbella:
località Viscigline Val Corbella – Cicerale (SA)
Tel. 0974/834511 – 838217
Fax. 0974/838422
Cell. 335/1410567
info@agriturismocorbella.it
http://www.agriturismocorbella.it/
Sempre aperto: solo su prenotazione

Etichette: ,

Carminio 2005 - Compagni di Sbronze

sabato, febbraio 23, 2008

Ok ok, non dico che tu non abbia ragione, neanche a me, in fondo, piace il sacrovinese, però vogliamo parlare di voi Food-bloggers? Ma lo sapete che la percentuale dei singles in Italia è aumentata del 100% negli ultimi quarant’anni ed è in crescita costante? Che c’entra? Un attimo che ci arrivo. Single e lavoratore indefesso (e di questi tempi non ci si può lamentare per ciò), cosa faccio quando invito una gentil fanciulla a casa per un serale tête-à-tête? Ho un’ora di tempo per lavarmi, rassettare casa per farla somigliare ad una casa e non ad un mercatino dell’usato ed infine, dulcis in fundo, preparare la cena. Ma che problema c’è per la cena, vero? Vado su internet, ho i miei amici food-blogger, no? Ora, il primo problema è scartare tutte quelle deliziose ricettine fatte di ingredienti che mi trasformerebbero in un alpinista che sale fin sulle montagne valdostane alla ricerca del formaggio perduto. Solo una volta ho provato a chiedere a Mario, il mio salumiere, se aveva quel cacio da latte vaccino stagionato 24 mesi, proveniente da quella zona in cui…vabbè, Mario mi interrupe, e mi ci mandò. Secondo, scartare tutte le deliziose ricettine che richiedono un attimino di preparazione tipo corso all’accademia di cucina. Oh ma dico, tutti a scuola da Vissani e Adrià siete andati? Terzo, le vostre foto! Per carità non ho nulla contro la fotografia, amo la fotografia, sì, forse un po’ di invidia per le vostre capacità, ma il punto non è questo. Avete mai sentito parlare di pubblicità ingannevole? Beh, le vostre foto la rasentano. Hai presente quando compri al supermercato quei pacchi di merendine e sulla confezione vedi quelle immagini di croissant fragranti e croccanti, splendenti di luce propria, farciti di cioccolato che cola soavemente, e poi ne cacci uno per mangiartelo, ammaccato, più piccolo di quanto, diffidente, avevi immaginato fosse piccolo, e di un sapore…???Quando vedo le vostre foto mi vengono in mente sempre quelle di Mc Donald’s quando ci andavo da ragazzino (oddio, ma si può dire Mc Donald’s su un food-Blog? Chiedo venia, mi prostro ai vostri leggiadri piedi che zampettano tra uno stellato ristorante e un artigiano di gastronomiche prelibatezze), foto da far venire la bava alla Homer Simpson, e poi ti ritrovavi quel “coso” innanzi, al di là del sapore di plastica fritta in olio per auto con aggiunta di zucchero. Prova a guardare le vostre foto e quello che esce dal mio forno dopo aver insozzato dodici pentole, tre teglie, consumato chili e chili di farina sul pavimento e aver messo a soqquadro la cucina che a vederla, Baghdad sotto i bombardamenti era più ordinata. Un duro colpo per la mia autostima. Quindi, non è che voglia difendere la categoria, figuriamoci, ci manca solo il sindacato dei wine-writer, ma cosa dovremmo fare noi? Quanto meno siamo giustificati dall’effetto dei fumi dell’alcool e lasciamo che l’indole poetica prenda il sopravvento. Si, delle volte siamo incomprensibili, ma ti pare facile? Prendi sto vino, lo so che se mi facessi fotografare adesso, in ginocchio mentre adorante ringrazio Dio per averlo messo sul mio sentiero sarei più chiaro, però…Rubino dagli intensi riflessi, si dispiega elegantemente nonostante il grado alcolico importante emanando sentori di frutta matura di ciliegie e prugne, avverti le spezie, la liquirizia ed il cacao. Un vino ben fatto, moderno, ma che evita le inutili lusinghe. Acidità, mineralità e sapidità, a braccetto con incantevole equilibrio, rendono il sorso appagante e, godurioso, ne brami sempre uno in più. Costa solo dieci euro o poco più. Che dici, va bene? Altrimenti, posso sempre armarmi di telecamera la prossima volta, sfoggiare un’accattivante sorriso alla Sofia Loren, e seducente dire: Accattatevillo, no?
Buon ascolto.

P.S. In seguito a recenti avvenimenti e di certo non grazie a voi amici foodblogger, perché chiaramente non l’ho presa per la gola, non sono più single. Ovviamente, di grande aiuto fu il vino e, grazie ai suoi poteri, la gentil fanciulla è tenuta costantemente sotto ubriacatura in maniera tale che non si ravveda.

Il viandante

Etichette: ,

Il Panettone di Ina

mercoledì, febbraio 20, 2008

DSCN3854
Ina è una ragazza dolcissima, ogni martedì ci si sveglia con la sua risata e la sua voce allegra. Nonostante le difficoltà che anche a lei la vita non ha risparmiato la sua natura è e rimane solare, avvolgente e calda. Insomma è un piacere vederla girare per casa e scambiare, anche se per un solo giorno della settimana, qualche chiacchiera con lei. Ina ama cucinare e ogni tanto capita che ci si scambia qualche ricetta o qualche consiglio.


Questo panettone arriva dritto dritto dal suo archivio personale, con una piccola arbitraria aggiunta, le mele. Ed è dolce e piacevole come lei..
Per questo panettone l'abbinamento consigliato è un bel bicchiere di latte fresco!
Buon risveglio a tutti.....


Ingredienti
400 gr di farina
200 gr di zucchero
150 gr di olio
150 gr di latte
4 uova intere
una bustina di Pan degli Angeli
Mele
Marmellata

Unire alle uova lo zucchero e lavorare con la frusta. Aggiungere la farina, l'olio, la bustina di pan degli angeli e continuare ad amalgamare. Versare il latte che potrebbe anche essere meno di 150 gr. Il composto, infatti, dovrà essere consistente e non liquido. Una volta lavorati tutti gli ingredienti aggiungere le mele tagliate a fettine, cosparse di zucchero e bagnate con un po' di marsala. Girare per bene e riporre in una teglia da dolce imburrata. Versare quindi mezzo (o poco più) barattolo di marmellata (io ho usato quella alle prugne dell'orticello, ovvio!). Infornare in forno già caldo a 180° per circa mezz'ora.

Etichette: ,

Mmmmhhh...MeMe...

venerdì, febbraio 15, 2008

Immagine 007
Ciboulette mi ha invitato ad un MeMe, ancora non sa che non li sopporto piùùùùùùù sti MeMe!!! Anche Cocozza tempo fa mi aveva coinvolta in un altro giochino, e devo dire anche molto carino. Sono tutti e due carini anche se da tempo avevo deciso di eclissarmene. Proverò comunque a fare questo degli abbinamenti, dicendo a Cocozza che forse per quell'altro è passato un po' troppo tempo e magari sarà caduto in prescrizione, ma da sola l'ho fatto e, essendo nata a maggio, su alcune caratteristiche del mese in questione ci troviamo, soprattutto sull'amore per i viaggi o la scarsa propensione a stare in pantofole o ancora sul fatto che non sia prolifica (al momento non sono mamma e mi sa per parecchio ancora). Sugli abbinamenti invece dopo un po' di brain stroming penso di potermi definire abbastanza classica o "ruspante" e per alcuni accostamenti di ritrovarmi con i molti già espressi. Comunque vediamo un po'...mumble mumble...

-fave e speck
-gamberi e carciofi
-fragole e limone
-cioccolata e nocciole
-mele e cannella (classicone!)
-pane e mortadella!
-polenta e gorgonzola
-noci e vino
-ceci e cumino
-finocchi e besciamella
-mozzarella e...UDITE UDITE...Patatine fritte
(provare per credere, naturalmente la mozzarella deve essere fatta con il latte della "signorina" di sopra!)
-pomodoro e mozzarella anche
-pane burro e marmellata
-burro e alici
-cacio e pepe
(embè!)

passo la palla a nessuno...penso di essere l'ultima. Grazie Ciboulette!

Etichette: ,

Tortelli di carnevale

giovedì, febbraio 07, 2008

DSCN3837
Non c'è nulla di più bello, dopo un duro (beh duro proprio è esagerato....!) allenamento in piscina, (veramente anche allenamento lo sarebbe, ma l'uso di questo termine mi sarà pur concesso per il mio equilibrio psico fisico?) aprire la porta di casa e sentire odore di infanzia. L'abbraccio confortante e il premio per i 950 metri sudati (gli ultimi 250 "di questo giro" pre quaresimale sono stati abbonati alla prossima settimana) mi è stato dato da un profumo dolciastro di frittelline in piena fase di preparazione. Il premio invece l'ho ricevuto quando, dopo una pseudo lasagna carnevalesca, ho divorato le frittelline cosparse di zucchero con annessa leccata di polpastrelli.
Naturalmente dopo un'attività sportiva si presume che questi dolci abbracci di gran conforto psicofisico non ci vengano concessi ma dal momento che era carnevale un'eccezione la si poteva pure fare o no?
E poi quando si è stanchi e ti aspetta una giornata ancora da vivere a pieno un po' di ritorno al passato non guasta mai, almeno con il palato!
Se qualcuno vorrà concedersi tali tentazioni consiglio di berci su questo simpatico moscato lambiccato un'altra chicca che mi ricorda l'infanzia: senza pretese, leggero, dolce ma non stucchevole, profumato e genuino come i vini che riempivano i bicchierini dei nonni e che spesso loro ci lasciavano assaporare lontano dagli occhi di mamma e papà!


Ingredienti
270 gr di farina
120 gr di burro
130 gr di zucchero
2 dl di latte
una bustina di vaniglina
un limone non trattato
8 uova intere e due tuorli
olio di arachidi
1 cucchiaino di bicarbonato
sale


Versate il latte in una casseruola, unite una scorza di limone, la vaniglina, il burro, 50 gr di zucchero, 2 dl di acqua, il bicarbonato, una presa di sale e portate ad ebollizione.Eliminate la scorza di limone, togliete dal fuoco e aggiungete la farina in una sola volta. Mescolate e rimettete sul fuoco per un minuto finchè la pasta si stacca dalle pareti. Trasferite la pasta in una terrina con i bordi alti e lasciatela intiepidire, poi unite le uova intere e i tuorli, uno alla volta, senza aggiungere il successivo finchè il precedente non è stato completamente assorbito.
versate abbondante olio in una padella. Con due cucchiaini prelevate un quantitativo d'impasto grande come una noce e tuffatelo nell'olio. Ripetete l'operazione fino ad ottenere 6/7 tortelli che friggerete per qualche minuto a fiamma bassa finchè risulteranno ben gonfi. Alzate la fiamma e proseguite la cottura fino a che i tortelli risulteranno dorati, scolateli, trasferiteli su un foglio di carta assorbente e cospargeteli con lo zucchero rimasto. Proseguite fino all'esaurimento della pasta. (sale&pepe Marzo 2003)

Etichette: ,

Il carnacuttaro

venerdì, febbraio 01, 2008


"La vera carnacotta è quella che ti brucia il palato e ti scalda lo stomaco e ti carica di energia."

Vico Casciari al Pendino, adiacenze di Piazza Mercato a Napoli, fine anni sessanta, con 300 lire ti potevi aggiudicare una fumante e gustosa scodella di "zuppa 'e carnecotta". Il nome di quel "carnacuttaro" mi è stato riferito (non ero ancora nato essendo del millesimo 1970), è il mitico Caserta. Poco lontano nella zona degli Orefici c'era un suo concorrente ma il nome, ahimè, nessuno ha saputo dirmelo. Personaggio, un tempo, immancabile nei quartieri più popolari del capoluogo partenopeo, il "carnacuttaro" è una figura quasi del tutto scomparsa. Continua, però, a sopravvivere nell'immaginario collettivo dei Napoletani. Oggi è possibile vivere quest'esperienza recandosi dal famoso Fiorenzano alla Pignasecca, sempre a Napoli, dove, oltre alla vetrinetta affacciata sulla strada col classico "pere 'e 'o musso" in bella vista, è ancora possibile sedersi ai tavoli, durante il periodo invernale, a gustarsi un piatto di "zuppa'e carnecotta" tirata fuori da un pentolone magico che tanto mi ricorda quello in cui Gargamella voleva cucinarsi i Puffi sperimentando le sue stravaganti pozioni alchemiche. Naturalmente in questo caso di magico ci sono solo profumi e sapori, nessuna sorpresa. A proposito di "pere 'o musso" spesso si confonde il carnacuttaro con l'ambulante dedito alla vendita di prelibata trippa cotta, piede e muso di maiale in particolare ma non solo, servita a pezzetti in un cartoccio, rigorosamente insaporita con un pizzico di sale e qualche goccia di limone. Un preparazione più estiva che, al contrario della "zuppa e'carne cotta", è ancora abbastanza diffusa resistendo indenne, al passare del tempo e, soprattutto, all'attuale ed imperante deriva salutista. Il vero carnacuttaro, però, non è il venditore ambulante di 'o pere 'o musso". Il vero carnacuttaro è stanziale con tanto di posti a sedere. La carnacotta deve essere servita bollente con il suo brodo denso e grasso (che raffreddando solidificherebbe) versato in una ciotola su delle freselle di pane. La trippa rimane alimento popolare per eccellenza che vanta origini molto remote quando l'antica nobiltà considerava il piede ed il muso così come le frattaglie e le altre interiora del maiale, parti indegne di un nobile palato. La servitù alle prese con la sopravvivenza quotidiana imparò a sfruttare e ad apprezzare anche questi "scarti".
Zuppa e' carne cotta
Ingredienti
(per 5 persone):
2 kg. e mezzo di trippa & frattaglie di bue (centopelli, intestino collarino, ventre ed altre prelibatezze);
pomodorini;
sedano;
carote;
mezza cipolla.

Far bollire per circa 10/15 minuti in una pentola grande gli ortaggi e i pomodorini, poi calare trippa e frattaglie e far cuocere per circa tre ore. Salare quanto basta. Man mano, durante la cottura, la carne produrrà una schiuma che con un cucchiaio dovrà essere accuratamente rimossa (non deve essere aggiunto olio). Quando la carne è cotta tagliarla a pezzi. Preparare in una zuppiera 2-3 freselle, appoggiare le frattaglie e dopo versarvi sopra il brodo bollente. Una spruzzata di pepe per chi lo desidera e buon appetito...

Voglio ringraziare la signora Maria Teasuro che mi ha regalato la sua personale ricetta per poterla preparare in casa. Per l'abbinamento mi rimetto alla competenza del viandante bevitore...


Fabio Cimmino

PS: La vignetta ci è stata gentilmente offerta da Massimo D'Acunzo.

Etichette: ,

 
   





© 2006 Viola Melanzana | Blogger Templates by Gecko & Fly.
No part of the content or the blog may be reproduced without prior written permission.
Learn how to Make Money Online at GeckoandFly