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Viola Melanzana

un modo spiritoso per parlare delle mie passioni,dei miei esperimenti, dei miei pasticci..un modo spiritoso per trasmettere quello che so, quello che osservo, quello che continuo ad imparare ogni giorno.
 

Ditelo con un fiore...

martedì, marzo 28, 2006



per Ros che rende la mia vita meravigliosa ogni giorno di più
per Valeria perchè adesso deve un po' sorridere
per Stefania altrimenti si offende
per Leonardo perchè oggi è il suo compleanno
per la mia Mamma perchè le voglio troppo bene
per Cenzina che è la mia musa ispiratrice
per il nipotino che sta per arrivare
per Rob che ha il raffreddore
per Francesca che "sbircia" i miei post

per tutti coloro che vogliono dire con un fiore quello che non riescono a dire con le parole..

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I biscotti di Giuseppina

lunedì, marzo 27, 2006



Oggi è venuta a trovarmi Giuseppina, era da tanto che non la vedevo. Ero commossa, ci siamo abbracciate e guardate negli occhi. Questo scambio di sguardi ha detto più di mille parole. E' finito il 2005? Possiamo mettere una pausa alle nostre lacrime per un po'?
Quando ci si vede dopo parecchio tempo i primi sguardi sono fatti di taciti resoconti di dolori ancora non sopiti, è troppo presto per farlo.
Ci ha portato i biscotti di Caposele Giuseppina, biscotti che fa anche lei e che se non si sta attenti agli scherzi delle uova diventano piccole frittatine dorate al forno.
Se si riesce, invece, a trovare la giusta proporzione e, soprattutto, la pazienza di sbucciare un chilo di noccioline invece si corre il rischio di non frenare la gola..

Ingredienti:
1 Kg di noccioline
700 g di zucchero
5 uova

Sbucciare le noccioline. Spellarne tante finchè la fantasia ve lo permette. A volte il sapore della pelle può dare un valore aggiunto. In questo caso molto valore aggiunto!
Tostare le noccioline e tritarle.
Aprire le uova nello zucchero, versare le nocciole tritate e fare delle palline. Passarne per metà in un altro poco di zucchero e riporle, dalla metà pulita, su una teglia da forno.
Infornare in forno preriscaldato a 170 gradi.
Aspettare 20 minuti o fino a doratura perfetta e sfornare.
All'inizio saranno molli, poi duri e dopo un po' di tempo morbidi e gustosi..

PS: con queste proporzioni si avrà una produzione quasi industriale di biscotti, quindi se non avete un grande forno a legna e non gestite un ristorante, dimezzate le proporzioni a vostro piacimento!

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The Day After




"queste, signurì, anche fra tre giorni le potete mangiare". E' vero la signora Ninetta non si sbaglia mai. Ho sussurrato nel post precedente che sto preparando un reportage su questa pizzeria e ho anche risussurato che non posso dire di più, ma non ho resistito, le dovevo fotografare. Ieri sera sono stata in pizzeria per vedere il forno all'opera, intervistare la signora Ninetta mentre impastava il suo impasto segreto e risentire quel sapore di grano e di affumicato delle sue pizze. Uno spettacolo!!!
ne avevano sfornate così tante che me lo sono portate a casa. Sono le 18.47 ancora, sto aspettando l'ora di cena. Le mangerò...fredde, e non vedo l'ora!

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Ancora pausa melanzana: Pizza ebolitana alle verdure del sabato sera!!!

sabato, marzo 25, 2006




Questa cosa verde che si vede sulla pizza è niente po po' di meno che lattuga! Ebbene sì. Io non so se e in quali altre zone si usi questo tipo di condimento, ma nel mio paesello c'è questa tradizione secolare che tocca vertici di massima goduria con la pizza fatta dalla signora Ninetta della storica pizzeria Perrotta (sto preparando un reportage a riguardo...ma non posso dire di più, per ora!).

Purtroppo la foto non rende,ma il sapore è delizioso e qui a sporcarsi le mani di farina non è stata la signora Ninetta, ma la mia mamma.

Per l'impasto ha usato acqua, farina 00, sale e lievito di birra. La signora Ninetta usa il lievito madre, da noi chiamato "criscito", la ricetta dell'impasto è un segreto di famiglia, non la conoscono nemmeno i figliuoli e il forno è giustamente a legna...Ma di questo si apprenderà in seguito, a reportage ultimato.

Tornando alla mia pizza dopo aver preparato l'impasto in una capiente terrina la signora Leda (mia madre) l'ha coperto con una graziosa coperta a fiorellini e l'ha lasciato lievitare per circa tre ore. Intanto ha cosparso di sale le foglie di lattuga tagliuzzate a mano. Le ha fatte così macerare per un bel po' di tempo finchè praticamente hanno cacciato tutta l'acqua. (La signora Ninetta, sempre lei, mette a macerare la verdura addirittura un giorno prima anche con l'olio di oliva)Una volta pronta, la base della pizza è stata ricoperta di lattuga macerata, olive, alici salate e aglio. Un bel filo di olio d'oliva e via, pronta per essere infornata.

A cottura ultimata sfornare e decidere con cosa accompagnarla. Ci sarebbe andato bene, a mio dire, un bell'Asprinio di Aversa, ma avendo ultimato le scorte cantiniane e non potendolo più reperire alle 22.00 abbiamo optato per una Heineken, non pretenziosa, non delle mie preferite, ma che ha accompagnato le fette di pizza alla lattuga senza alterarne il gusto.

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Sergio...e basmati con mango e gamberi ossia pausa melanzana...



Questa è una ricettina del Sergiuzzo, mio carissimo amichetto, all'asilo mi volevo fidanzare con lui,ma lui no, in prima media era lui a volermi e io potei finalmente vendicarmi: scappai in bagno e lui capì che era troppo tardi.
Potrei scrivere un libro per descrivere Sergiuzz e le nostre rocambolesche avventure adolescenziali in un paesello che non ci è mai piaciuto e che non ci ha mai capito. Adesso ci vediamo poco, ma "ci vulimm bene assai".
Questa qui è una ricettina che mi ha mandato ieri sera da Milan, dove adesso si trova, e io ve la posto para para perchè è troppo simpatica!

Et Voilà:

"ingredienti:
1 tazza di basmati e 1 di h2o piu un dito, gamberi abbastanza grandi,
mango abbastanza maturo, porro(o in casi estremi cipolla),
1carota grande,
curry(meglio indiano),sale

preparazione:
riso a vapore,lo consiglio non solo per questo piatto

lavare riso in colino a rete sotto h2o del rubinetto x circa 5 min,
aiutarsi col polpastrello delle ditine, si consiglia quello del dito indice,
mano destra tiene il colino, altra lava, è meno stressante!

mettere in un "frussuliello" con una tazza e un dito d'acqua fredda, chiudere,
appena va in ebollizione, non allarmatevi, abbassare di molto la fiamma,
si consiglia fornellino piu piccolo e anzichè abbassare la fiamma nel modo convenzionale,
fare come x spegnerlo che si abbassa di piu, ma monitorare che non si spenga fiamma.

Dal momento dell'ebollizione è permesso aprire coperchio poi chiuderlo per riaprirlo solo dopo 13min esatti, quindi spegnere fuoco, il riso non dovrà piu avere h2o, nè esser bruciato sul fondo,
tanto meno esser crudo, a proposito non azzardatevi a salarlo prima di farlo bollire!

ah dimenticavo se durante cottura il coperkio sbuffa e non riuscite a fermarlo perchè
la fiamma piu di tanto non si abbassa mettete un bicchiere in giu sopra coperchio,meglio se
il coperchio ha al centro un manico cosi bikkiere non casca!"

atritate finemente porro e carote (piu facile grattuggiarle dopo averle sbucciate)
soffriggete con olio di oliva extra vergine. Appena si dora un po' il porro
mettere un po' di curry indiano (più dorato e piu buono, a mio avviso)
e dopo 5 min e non piu tardi, altrimenti si brucia tutto,
versare polpa di mango tagliata a cubetti.
Il mango deve esser maturo,quindi molle, succoso,
deve venir fuori una pappetta, se vi sembra un po asciutto aggiungere dell'acqua
un po' per volta e schiacciare di tanto in tanto con una forchetta
dovrà venir fuori una pappetta, capiiiitooooo!

dopo 5/10 min aggiungere i gamberi precedentemente sgusciati
(senza testa, guscio e zampe. Qualcuno tira sulla spalla anche il filetto nero)
sciacquati sotto h2o di rubinetto e per dare l'idea di alto numero tagliarli a metà,
quindi salare il tutto e quando i gamberi saran cotti aggiungere riso e girare
girare
girare
e salare di tanto in tanto,finchè non vi sembri saporito e non sia piu di colore bianco
ps:il riso chiede abbastanza sale!

prima di mettere il riso l'impasto deve esser un po' umido poi, se mettete il tutto nel forno
riso compreso,ovviamente, girando ogni tanto sarà piu crocante!

questa idea nacque dopo un ritorno da un viaggio in spagna,
ci mancava la paella, cercammo di reinventarcela piu volte
finchè non trovai poi io da solo gli ingredienti giusti

buon appetito
bon apetit
pofta buna"

grazie Sergio!

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Dieci cose che vorrei/non vorrei-farei/non farei in un ristorante

giovedì, marzo 23, 2006



Il caro Rob lAVblog mi ha passato questo MeMe...e pensare che prima di entrare nella blogosfera non sapevo nemmeno cosa fosse un MeMe (in effetti ancora non l'ho capito molto bene, vado per intuito!!!) dice che mi tocca, il MeMe.

Io nei ristoranti ci ho lavorato, ho portato a tavola cibo, aperto bottiglie di vino, riportato indietro bottiglie di vino, riportato indietro carni poco cotte, perchè al cliente piace ben cotta, ho sorriso e non ho sorriso, ho amato e odiato, e ho capito che prima di tutto la cosa fondamentale è che devi lavorare in un ambiente sano, non devi essere la fidanzata del titolare del ristorante, devi capire quello che fai, in parole povere devi sapere che cibi ci sono nel piatto che ti sta ustionando l'indice destro e se apri una bottiglia di vino devi sapere che quella cosa dentro non è solo un liquido colorato.

Detto questo, dal momento che è finita la mia avventura di cameriera, lavapiatti, cuoca, sommelier, e pseudocapo di pseudo camerieri, e dal momento che finalmente al ristorante ci vado senza "mantesino" posso dire cosa vorrei/non vorrei e cosa farei/non farei anche se corro il rischio di essere ripetitiva.

  1. Vorrei essere accolta con un sorriso e che gli altri commensali non mi guardino mentre entro e attraverso tutto il ristorante guardandomi intorno alla ricerca del tavolino più nascosto;
  2. Non Vorrei, se ho prenotato, trovare il mio tavolo vicino al bagno o in un angolo troppo stretto e vicino a gente chiassosa;
  3. Vorrei trovare un ambiente accogliente, caldo e non asettico;
  4. Vorrei trovare personale competente, ma vivace, discreto, ma attento, e ribadisco soprattutto competente;
  5. Vorrei avere a disposizione un menù chiaro e leggibile e il cameriere che sa consigliarmi con onestà e con tale convinzione da riuscire a farmi immaginare il sapore del piatto che grazie a lui sceglierò;
  6. Non vorrei rimanere delusa da quello che mangio e che ci sia un giusto rapporto tra qualità quantità e prezzo;
  7. Vorrei trovare una ricca e interessante carta dei vini con i prezzi per ogni bottiglia o calice di vino;
  8. Vorrei che chi mi apre il vino non girasse la bottiglia mentre avvita il cavatappi nel tappo, ah e non usi un cavatappi con le ali;
  9. Vorrei che mi offrissero la grappa, però se mi devono offrire quella del supermercato all'angolo meglio che se la risparmiano;
  10. Non vorrei concludere con un caffè alla cicoria, perchè rovinerebbe tutti i precedenti vorrei esauditi.

P.S. non ho usato nessun farei/non farei...devo rifare il MeMe???

passo la palla a cavoletto e a
Francesca

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Melanzane imbottite al pomodoro




Ho scoperto che questo semplice piatto si accostava bene alla falanghina del taburno che avevo in cantina, che gli ingredienti erano facilmente reperibili, che con meno di 10 euri tra vino e cibo avrei realizzato una simpatica cenetta a lume di candela col mio amore e che poi non era poi così complicata e soprattutto che è tanto buono questo piatto... Insomma per realizzarlo ci vogliono esattamente:

4 melanzane come questa in foto;
4 alici salate;
100/150 g di scamorza fresca di bufala, potete usare anche quella affumicata, e se non reperite la scamorzina di bufala si può sempre rimediare su un qualsiasi caciocavallo fresco;
3 cucchiai di pan grattato;
1 spicchio d'aglio;
1 cucchiaio di capperi;
5 pomodori freschi e maturi;
olio di oliva

sale.

Dopo avere pulito le melanzane le ho divise in tre pezzi ognuna e le ho messe sotto sale per una mezz'oretta. Trascorso questo tempo le ho lavate, asciugate bene e le ho spolpate lasciando circa mezzo centimetro di polpa attaccata alla buccia.

Ho tagliato la polpa a dadini piccoli e l'ho fatta rosolare in padella con un po' d'olio d'oliva e un po' d'acqua. Intanto tritavo lo spicchio d'aglio, le alici e i capperi. Ho versato quindi la polpa di melanzana in una terrina e vi ho aggiunto il trito di aglio, capperi e acciughe. Ho aggiunto il pan grattato e la scamorzina tagliata a dadini. Ho assaggiato il composto e il mio stomaco mi ha preso a parolacce perchè l'aglio fresco è bandito dal mio organismo e noncurante degli improperi gasrointestinali ho unto una teglia di olio.

Ho riempito le barchette di melanzane con la farcia preparata e le ho riposte nella teglia. Ho preso i pomodori, li ho lavati e privati dei semi e li ho tagliati a pezzettoni disponendoli sulle melanzane. Ho messo l'opera d'arte in forno e voilà.
L'aglio cotto lo digerisco, il vino andava ottimamente e Ros era contento....Il giorno dopo sono ancora più buone.
Buon appetito!

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Un vino per melanzane imbottite

mercoledì, marzo 22, 2006



Questa è una falanghina, delle cantine del Taburno, il monte Taburno è un massiccio calcareo isolato dell'appennino campano. In questa zona si fanno degli ottimi vinelli tra cui questa Falanghina, che nonostante non sia uno dei miei vini preferiti merita qualche parolina.

La falanghina è un vitigno a bacca bianca, più volte confuso con altri, le cui origini rimangono incerte; le notizie raccolte risalgono più o meno al 1825. Attualmente è diffuso prevalentemente in Campania e trova il suo habitat ideale nell'isola di Procida, nella zona dei Campi Flegrei e nel Sannio, dove forse era già coltivato in epoca romana. Una delle migliori qualità di quest'uva è che, qualunque sia la zona dove viene coltivata, il vino che se ne ricava conserva inalterate le sue caratteristiche organolettiche. E' chiamata anche Fallanghina, Uva Falerna, Biancuzita, Falerno Veronese, Falanghina Verace.

Il vino che se ne ricava è di colore è giallo paglierino intenso e solitamente l'odore predominante si avvicina all'ananas e alla pera matura. C'è chi, a mio avviso erroneamente, preferisce una falanghina che sa di banana, sì perchè il profumo di banana è talmente intenso da alterarne anche il sapore. Le migliori falanghine, secondo me, sono quelle dove non vi è un abuso di lieviti aggiunti che la rendono troppo "bananosa", bensì quelle che io definisco più metalliche, dove oltre all'aroma fruttato si avverte anche il profumo di erba e il sapore del vino di conseguenza è più concentrato.

Ho deciso di parlare di questo vino perchè è quello che ho deciso di abbinare al piatto di melanzane imbottite che preparerò per cena...se mi lasciano finire di scrivere questo post in santa pace...

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Un fiore per lei...

giovedì, marzo 02, 2006


La violetta...
dopo aver appena finito di postare le ultime notiziole sulle melanzane ecco che mi arriva fresca fresca una bella violetta. Telepatia?
Stavo lì con la borsa della piscina pronta per uscire, in netto ritardo come al solito,ma non ho potuto resistere. L'ho fotografata. Troppo viola, troppo bella.
Mentre guidavo pensavo, era un'associazione, ma perchè pensando alla violetta appena fotografata mi è venuta in mente lei. Sì, ci penso tutti i giorni da quando non c'è più, ma perchè pensavo alla violetta e pensavo a lei così intensamente. Gabriella è bella come lei, è forte come lei e mi emoziona come questo magnifico fiore. Forse perchè questo fiore rappresenta la forza e la fragilità allo stesso tempo, o perchè è simbolo di umiltà e di modestia, forse sono le sue sfumature, non lo so, ma il pensiero era forte. Lei continua a vivere dentro di me anche se non posso più parlarle, continua a farmi sorridere anche se non posso più prenderla in giro, continua a essere con me, sempre...Questo fiore lo porgo a lei, scura nei suoi colori, le sta bene il viola, la fa ancora più bella. Ti voglio bene Gabry.

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Notiziole...

mercoledì, marzo 01, 2006

.......

Melanzane viola Queste melanzanine sono a forma tonda-ovale di colore viola purpureo brillante e uniformi in forma e pezzatura. Il loro peso varia dai 500 ai 700 grammi.
Melanzane lunghe Queste qui invece sono a forma allungata, con buccia di colore nero lucente e picciolo verde brillante. Sia la consistenza che la durata dei frutti sono molto elevate. La polpa è soda e con pochi semi. Le dimensioni possono variare dai 20 ai 30 centimetri.
Melanzane tonde Melanzanine di forma rotondeggiante, molto lisce, con buccia di colore nero lucente e picciolo verde brillante. La consistenza e la durata dei frutti sono molto elevate. Il loro peso varia dai 500 ai 700 grammi.

La melanzana è una verdura importante, perchè contiene poche calorie, ha un elevato potere saziante e può essere utilizzata in mille modi diversi.
Il contenuto di vitamine e minerali non è rilevante, ma le sostanze amare descritte nel precedente post sono simili a quelle delle foglie di carciofi, stimolano la produzione di bile e aiutano ad eliminare il colesterolo in eccesso.

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Mitica melanzana!



Che bello inaugurare il mio blog parlando di melanzane, sono la mia passione so che non è forse il massimo come argomento, ma se ho scelto questo nome per il blog un motivo ci sarà, no?
Beh cominciamo col parlare del colore: viola. Magnifico!
Porta sfiga, sì ma chi se ne frega non stiamo mica a teatro.
Il blu-viola è un colore fantastico, oltre che bello e utile alla vista è nemico dei tumori e delle patologie cardiovascolari e amico dei capillari sanguigni oltre ad aiutare a fare la pipì.
Sono le antocianine con grande potere antiossidante a dare questo bel viola brillante ai prodotti del gruppo blu-viola come il radicchio, il ribes, alcune tipologie di fichi, more, prugne, uva e le mie amiche melanzane, e sono sempre loro a dare quel sapore amarognolo che a volte da fastidio ma che invece è ottimo per la salute.
La melanzana che prende il suo nome dall’arabo “bandingian” per incrocio con mela è un frutto tipico della gastronomia italiana, pare che provenga dall’India, dove già 4000 anni fa nasceva spontaneamente. I popoli orientali se ne cibavano conservandola in salamoia arricchita con spezie piccanti. Sconosciuta ai greci e ai romani, la melanzana approdò nel vecchio continente in Sicilia, durante il medioevo ad opera degli arabi e iniziò ad essere coltivata in europa solo a partire dal ‘600. Credenze popolari le hanno attribuito vizi e virtù.
Secondo il medico arabo Ibn Botian, la melanzana generava “melanconici umori” e spingeva alla lussuria smodata (forse è per questo che mi piace tanto!), quattro secoli fa, studiosi e naturalisti accettavano l’antica credenza che faceva derivare il nome di melanzana dal latino malum insanum,cioè frutto insalubre, tanto che nel ricettario ottocentesco di Pellegrino Artusi, le melanzane compaiono col nome, oggi scomparso, di Pentociani.
Durante la seconda guerra mondiale, le sue foglie, venivano essiccate al sole ed usate presso i ceti contadini e pastorali per la confezione di sigari o sigarette in sostituzione dell’introvabile tabacco.

La melanzana appartiene alla famiglia delle Solanacee, è un frutto estivo anche se disponibile tutto l’anno e solo in tempi recenti ha conquistato un posto di primo piano nella nostra cucina, dove trova il suo pieno trionfo abbinata al pomodoro che ne mitiga il gusto amarognolo, ma anche a vari tipi di formaggio.
In Sicilia, poi, secondo me trova il massimo della sua espressione culinaria!

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Secondi Piatti



melanzane imbottite al pomodoro
Maiale allo zenzero
Piccantine all'agro di limone con i capperi
scaloppine alla pancetta ...atipiche!
Sformato di zucchine
 
   





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